Vacanze ai tempi del Coronavirus. Alla scoperta di Gloucester e Cape Ann

Il 2020 si annunciava per noi come un anno speciale e di grandi cambiamenti. Avremmo festeggiato i nostri primi dieci anni negli Stati Uniti, nel Maine e dopo un decennio ricco di avvenimenti, ricordi e amicizie, ci stavamo preparando all’idea di vendere la nostra bellissima casa e di trasferirci nel Massachusetts durante l’estate. Inoltre, i miei due figli più “piccoli” avrebbero raggiunto delle milestone importanti nella loro vita scolastica: mio figlio con il diploma alla high school e mia figlia con la conclusione della scuola media.

Già a febbraio abbiamo capito che il mondo sarebbe cambiato e seguivamo con grande attenzione le vicende italiane, in Cina e nel resto del mondo, legate al coronavirus. Negli Stati Uniti sembrava ancora tutto così lontano, ma era solo una questione di tempo finché la situazione non è precipitata anche qui. Il 13 Marzo 2020 lo ricorderemo tutti con un gran senso di smarrimento, da un giorno all’altro si ferma tutto, non si vedono più gli amici, non si va più a scuola, non si va più al lavoro e non si prendono più aerei. In poche parole il 2020 si può riassumere così:

In pochissimo tempo abbiamo dovuto riadattare le nostre vite a lavorare e studiare da remoto, abbiamo addirittura gestito la vendita della casa con tutti gli adattamenti del caso (ma questo farà parte di un altro post). Non avevamo fretta, anzi. Per noi era già chiaro che non saremmo potuti andare in Italia durante l’estate, come facciamo tutti gli anni e ci stavamo pregustando una staycation in loco per visitare località nel Maine che ancora non conoscevamo.

Contro ogni nostra più rosea aspettativa, abbiamo invece venduto casa in poche settimane, subito dopo la graduation di mio figlio nei primi di giugno. Questo significava traslocare velocemente (sempre con le dovute precauzioni) ed andare ad abitare in una nuova casa nel Massachusetts, vicinissimi a Boston e a sole 2 ore e mezza dalla nostra vecchia residenza. Dopo esserci sistemati, siamo tornati ai nostri piani vacanza e sognavamo di rilassarci al mare a Myrtle Beach in South Carolina o gli Outer Banks in North Carolina, se non per il fatto che i casi di Coronavirus fossero aumentati molto in quelle località, mentre nel Massachusetts la situazione era ormai nettamente migliorata.

Accantonata l’idea di fare le vacanze lontane da casa (sarebbero state infatti ben 11 ore di macchina), abbiamo deciso di guardarci intorno e di rimanere nel Massachusetts per una sorta di staycation (ovvero a sole 1-2 ore da casa). I candidati erano Martha’s Vineyard e Cape Cod, che poi abbiamo scartato per i prezzi troppo alti e per la difficolta’ di trovare posto sul traghetto per Martha’s Vineyard.

E così, dopo aver trovato un appartamento molto bello e vicino al mare tramite AirBnB, abbiamo prenotato una settimana a Gloucester nel Massachusetts, a solo un’ora da casa nostra!

Gloucester, MA è una cittadina di mare situata su Cape Ann, nel Massachusetts e dista ad un’ora a Nord di Boston ed è stato uno dei primissimi insediamenti inglesi nel 1623, prima ancora di Salem e Boston. Oggi è importante per la sua industria ittica e come destinazione di villeggiatura durante l’estate. Non a caso il soprannome è “The place to be in the Summer”, mentre il motto è “America’s Oldest Seaport”. Il sacrificio e la dura vita dei pescatori viene ancora oggi ricordato con una statua, il Fisherman’s Memorial, che riporta i nomi dei pescatori che hanno perso la vita in mare. La statua si trova sul lungomare, ed è seguita da un’altra statua dedicata invece alle mogli e ai figli dei pescatori, che hanno lo sguardo triste e nostalgico rivolto verso il mare per ricordare i loro cari.

Il nostro appartamento si trovava poco prima di arrivare sul lungomare, sopra Fort Stage Park che era proprio il sito storico dove arrivarono i primi coloni nel 1623. Il parco prende il nome dei “fishing stages”, delle capanne usate dai pescatori per lavorare il pescato. Oggi, è un parco aperto al pubblico che fa parte dell’Essex National Heritage e dà accesso a due spiagge, Half Moon Beach che è sabbiosa e la piu’ rocciosa Cressy’s Beach.

Avere queste due spiagge, seppur così diverse tra di loro a due passi da casa nostra è stato una gran vantaggio. Appena arrivati, avremmo voluto fare un tuffo in mare, ma facevo freddo e c’era un vento fortissimo e mare mosso. Ci siamo quindi limitati a fare una passeggiata di 1,5 miglia (per il grande piacere dei nostri figli) dall’appartamento fino al porto di Gloucester e così siamo arrivati al Beauport Hotel. Da fuori, l’albergo si presenta benissimo, con una classica architettura del New England e si trova proprio di fronte ad un’altra spiaggia sabbiosa, Pavilion Beach, non molto grande ma riparata dalle correnti, che abbiamo aggiunto alle spiagge da frequentare.

Visto che era già ora di cena, abbiamo deciso di provare il ristorante dell’albergo. Il ristorante era abbastanza pieno, ma siamo riusciti ad avere un tavolo all’interno nel giro di 15 minuti. Per noi è stata la prima volta in quasi 4 mesi di isolamento che abbiamo mangiato in un ristorante al chiuso, ovviamente con tutte le dovute precauzioni sia da parte nostra che da parte del personale. L’atmosfera ci sembrava surreale all’inizio, con i tavoli distanziati tra di loro e il personale con la mascherina. Abbiamo mangiato piatti a base di pesce che ci sono piaciuti molto, per cui abbiamo deciso di prenotare di nuovo per il compleanno di mio marito due giorni dopo.

Un paio di giorni dopo siamo andati in spiaggia a Pavilion Beach. La prima cosa che ho notato con grande stupore a Pavilion Beach, era una bandiera siciliana con la Trinacria che sventolava sotto una bandiera americana. Incuriosita faccio un po’ di ricerca (santo Google) e scopro che a Gloucester ci sono ca. 6000 abitanti di origine siciliana, provenienti soprattutto da Terrasini in provincia di Palermo. Le tradizioni degli italo-americani sono ancora molto radicate e infatti ogni anno a inizio Luglio viene celebrata la festa di San Pietro, il santo patrono dei pescatori, con la gara del “greasy pole contest” dove i vari contendenti cercano di percorrere a piedi nudi un palo lungo unto con una combinazione di grassi diciamo biodegradabili, sospeso sul mare (fatemi sapere nei commenti se volete avere maggiori dettagli sui grassi utilizzati). La gara dura tre giorni e vince chi per primo riesce ad afferrare la bandiera alla fine del palo senza scivolare nell’acqua. Qui c’è un bel video dell’edizione del 2014. Come potrete immaginare anche questa festa, come altre iniziative, è stata cancellata quest’anno per via del Covid. Un’altra curiosità è che i locali chiamano la festa italo-americana, anche “Saint Peter’s Fiesta”, non chiedetemi perché…

Durante una passeggiata in centro a Gloucester scopro il Caffè Sicilia, e seduti ai tavolini, noto un gruppo di signori già avanti con gli anni a chiacchierare allegramente in dialetto siciliano. Ovviamente, avendo un padre siciliano, il richiamo è stato più forte di me e decido di entrare nel bar per ordinare un caffè macchiato e una cassatina siciliana, che erano ottimi. Essendo appunto mezza siciliana, Gloucester mi è entrata subito nel cuore.

Dall’altra parte della strada si trova invece una panetteria e gastronomia siciliana, che produce il pane tipo mafalda, di grano duro con i semi di sesamo e dalla formatura caratteristica. Per curiosità ho preso uno per assaggiarlo, ma non era proprio come lo ricordavo dalle mie estati in Sicilia, comunque era buono. I panini farciti sul momento da loro, sembravano golosissimi, ma non ho fatto in tempo durante la mia permanenza ad assaggiarli.

Non ci siamo particolarmente organizzati per questa vacanza con una tabella di marcia dettagliata e non avevamo grandi aspettative, poiché eravamo già felici cosi di stare vicini al mare. Il nostro piano di base era spiaggia al mattino, gita pomeridiana e poi un altro giro in spiaggia nel tardo pomeriggio.

Giovedì pomeriggio abbiamo deciso di andare a visitare Rockport di cui ne avevamo sentito parlare molto bene ed infatti non ci ha delusa. Rockport si trova a soli 10 minuti di macchina a nord di Gloucester ed è una destinazione molto più conosciuta dal punto di vista turistico, per le caratteristiche e colorate abitazioni tipiche del coastal New England. Non abbiamo avuto problemi particolari a trovare parcheggio (a pagamento), infatti il centro era sicuramente meno affollato rispetto al pre-Covid. Nel centro c’erano molti negozietti di souvenir, magliette, artigianato e di arte e diversi ristoranti, bar e gelaterie. Ci siamo limitati ad una bella passeggiata nel centro fino ad arrivare sull’oceano e rimanere li seduti solo per ascoltare il mare (lo avevo già scritto che noi amiamo il mare?).

Dopo averla girata in largo e in lungo (non è molto grande), decidiamo di andare sulla punta Nord di Cape Ann all’Halibut Point State Park. Il parcheggio è a pagamento, per i residenti del Massachusetts costa $5, mentre per gli out-of-state (in base alle targhe delle macchine) si pagano $20. Dopo aver seguito uno dei sentieri all’interno del parco, siamo arrivati ad un lago piccolo, che non era altro che una cava di granito (che in inglese si chiama quarry) in disuso piena di acqua. E così abbiamo scoperto che Cape Ann era anche conosciuta per l’industria del granito. Proseguendo sul sentiero, tra un labirinto di piante fitte (mi ricordava un pò la macchia meditteranea) arriviamo sulle rocce battute dall’oceano. In condizioni meteorologiche ideali è possibile vedere Mount Agamenticus, situato a 81 miglia a nord nel Maine e le Isle of Shoals lungo la costa del New Hampshire. Purtroppo c’era molta foschia e potevamo solo immaginare la vista.

Parlando con l’host dell’AirBnB sulle spiagge, ci aveva spiegato che quest’anno per via dell’emergenza COVID-19, alcune spiagge tra le più belle di Gloucester, quali Good Harbor Beach e Wingaersheek Beach e i relativi parcheggi, non sarebbero stati aperte ai non residenti. L’unico modo sarebbe stato accedervia via mare affittando una barca. Così domenica abbiamo deciso di affittare una barca a motore per un paio d’ore. Io volevo assolutamente andare a Good Harbor Beach, ma le condizioni del tempo e del mare e il poco tempo a disposizione ci ha costretti a fare una rotta diversa e più protetta dal vento. Su suggerimento del proprietario della barca siamo passati davanti a Pavilion Beach per raggiungere l’Annisquam River, un fiume salato che inizia e finisce nell’oceano. Mio marito, provetto velista, si è dimostrato anche abile in barca a motore, e abbiamo fatto una bella escursione. Lungo il fiume abbiamo potuto ammirare delle bellissime residenze con accesso diretto all’acqua, e c’erano anche delle carinissime house boat, insomma un sogno ad occhi aperti. Dopo 45 minuti di navigazione tranquilla, scorgiamo delle spiagge con sabbia bianchissima e acqua cristallina e scopriamo che siamo arrivati dalle parti di Wingaersheek Beach, bellissima! Ancoriamo lì vicino per farci un paio di tuffi e una nuotata prima di rientrare al porto. Avremmo dovuto prenotare la barca per 3 ore, purtroppo essendo domenica non c’era più disponibilità. Per fortuna siamo partiti al mattino presto, perché il traffico sul fiume al nostro rientro era aumentato a dismisura.

Nella seconda parte della nostra settimana a Cape Ann siamo riusciti a scoprire altri posti e soprattutto spiagge molto belle, tra cui Ipswich, Crane Beach (stupenda!), Magnolia Beach e Manchester-by-the-Sea, di cui vi parlerò nella seconda parte di questo post.

Complessivamente siamo stati molto soddisfatti della nostra esperienza a Gloucester e Cape Ann. Senza neanche pianificare più di tanto, un pò stile turisti per caso, e senza troppe aspettative, abbiamo scoperto dei posti e delle spiagge dove ci torneremo di sicuro, considerato che dista a solo un’ora da casa nostra.

E voi, preferite programmare tutto a tavolino prima di partire o siete un pò come noi e lasciate al caso? Avete mai sentito parlare di Cape Ann nel Massachusetts? E tornando alla domanda di prima, volete sapere che tipo di grassi vengono utilizzati per il greasy pole contest? Fatemi sapere nei commenti.

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