Il nostro Thanksgiving nel corso degli anni

Nel 2010 ci siamo trasferiti nel Maine, sulla costa nordest degli Stati Uniti. Il tempo di fare il trasloco durante l’estate, sistemare la casa nuova, inserire i tre figli a scuola tra asilo e elementari, fare conoscenze e prime amicizie con le mamme dei compagni di scuola dei miei figli, orientarmi tra i vari supermercati e i loro prodotti, e superato il primo Halloween, ci troviamo in un batter d’occhio a vivere il primo Thanksgiving, il giorno del Ringraziamento in terra americana.

Mise en place di Nicoletta

Della festività del Thanksgiving fino ad allora ne avevo solo sentito parlare e nella mia mente avevo impresso immagini da film con famiglie estese riunite a tavola intorno al tacchino e i vari contorni tradizionali, tra cui l’immancabile stuffing e la cranberry sauce.

Infatti, quando siamo arrivati negli Stati Uniti ci sono state tante situazioni dejà vu del tipo “sembra proprio di stare in un film americano”. Nei negozi e supermercati venivano allestiti con grande anticipo le decorazioni e i prodotti caratteristici di questa festa, esattamente come si vede nei film. Tacchini, pie crusts, noci, cranberry sauce, zucche, etc. facevano il loro grande ingresso sui banchi e scaffali dei supermercati, insieme a tanti ingredienti gustosi per soddisfare il palato. Ma per una famiglia italiana, appena trasferitasi negli USA, mancava uno degli ingredienti fondamentali: la famiglia allargata e gli amici di sempre.

Non ci siamo comunque fatti abbattere e incuriositi dagli usi e costumi nella vita reale, ci siamo evoluti anche noi, nel corso degli anni, nel modo di festeggiare Thanksgiving, e l’abbiamo trasformata in molte occasioni in una specie di Friendsgiving, festeggiando insieme ad altri amici italiani trasferiti in USA.

Decorazioni autunnali tipica a Beacon Hill

Ormai sono 10 anni che viviamo negli Stati Uniti, prima nel Maine e da giugno nel Massachusetts, vicino a Boston. Non avendo famigliari diretti qui, questa ricorrenza è diventata per noi un momento di festa con i nostri amici (non solo italiani) che abbiamo conosciuto qui nel corso degli anni. Un momento di condivisione molto sentito e festeggiato da tutti noi, che anche nelle proposte culinarie rivelano le nostre origini con le nostre pietanze tipiche combinandole in perfetta sintonia con i piatti tradizionali del Thanksgiving Dinner.

Mi è sempre piaciuto ricevere e organizzare la festa a casa mia, ma ci piace alternare e festeggiare anche a casa di amici. Il primo anno, nel 2010, appena arrivati siamo stati invitati a casa di amici italo-britannici nel Connecticut ed è stato la nostra iniziazione alla ricorrenza di questa festa, incluso tacchino e contorni classici. Dall’anno successivo mi sono fatta coraggio ed ho iniziato a familiarizzare con la cottura del tacchino, la cranberry sauce, lo stuffing, il gravy, contorni di faggiolini e zucca, chiudendo in bellezza con pecan pie e pumpkin pie. Ho avuto anche una specie di “a-ha moment”, quando osservando il forno, mi sono resa conto che era enorme e secondo me i forni in USA sono cosi grandi per farci stare il tacchino da 20 libbre.

Nel 2013 abbiamo comprato una casa più grande, e la cucina e la sala pranzo si prestavano per ospitare feste con molti ospiti (ovviamente in tempi pre-Covid). Siccome il Thanksgiving è una festa molto sentita dagli americani, spesso limitata al cerchio ristretto dei propri famigliari, non abbiamo avuto l’occasione di festeggiare insieme a loro in stile tradizionale. Poco male, perché come me c’erano molti amici nostri italiani nella stessa condizione e così in questi ultimi anni abbiamo sempre organizzato la cena di Thanksgiving (anche se di solito si fa a pranzo e seduti al tavolo) in formato “potluck” a casa nostra dove, ognuno porta un piatto da condividere. Di solito mi occupavo del tacchino e dei fixings, cioè i contorni vari tipici della tradizione, mentre agli ospiti lasciavo il compito di occuparsi degli antipasti, dessert o bevande, lasciando carta bianca.

Nei primi anni c’erano uno o due famiglie di amici con noi a cena. Cinque anni fa, invece, ci siamo un po’ allargati, fino ad avere una quarantina di persone a casa nostra, un bellissimo mix di amici conosciuti in questi ultimi anni nel Maine e a Boston (a due ore e mezza dalla nostra vecchia casa nel Maine). All’arrivo degli ospiti, la mia cucina si è trasformata praticamente in una tavola calda grazie a tutte le pietanze portate dagli ospiti: 2 teglie di lasagne, 5 chili di gnocchi di patate con pesto alla genovese, affettati e formaggi misti, bruschetta al pomodoro, pane casareccio fatto in casa, una pietanza tailandese e riso basmati, e chi più ne ha più ne metta. Quando era ora di arrivare al mio tacchino (di 22 pounds!) e ai contorni eravamo quasi sazi, ma non ci siamo arresi e siamo pure arrivati ai dolci (incluso apple pie e tiramisu fatti da me). Le foto delle pietanze non sono molto glamour, ma giusto per rendere l’idea della festa di Thanksgiving a casa nostra 5 anni fa.

Tranne un anno, in cui ho fatto un Thanksgiving “plant-based”, cioè vegano, senza tacchino, uso più o meno le stesse ricette per il tacchino e per i contorni che nel corso degli anni si sono rivelati affidabili. L’unico grande cambiamento di questi ultimi 4 anni purtroppo è che devo cucinare tutto senza glutine per motivi di celiachia in famiglia diagnosticata da poco.

Per preparare il tacchino uso ormai sempre la stessa ricetta che mi ha consigliato la mia Cu-Gina d’America Nicoletta, il best roast turkey di Jamie Oliver. Poi a parte preparo i contorni tutti senza glutine, tra cui lo stuffing, maple dijon root vegetables, orange cranberry sauce, fagiolini con le mandorle e bacon, e la purea di patate.

Per lo stuffing uso un mix di pane senza glutine e erbe pronto. Faccio prima un soffritto di cipolle e sedano, poi ci aggiungo il brodo che porto ad una prima ebollizione. Dopo di che aggiungo i cubetti di pane e le erbette, spengo il fuoco e lascio assorbire lentamente il liquido. Lo stuffing può essere servito così o messo in una pyrex e gratinato un po’ sotto il grill.

Per quanto riguarda i root vegetables uso la ricetta dal libro di Gwyneth Paltrow, sempre consigliato da Nicoletta. Questo contorno è uno dei preferiti dei miei figli e loro si contendono sempre le carote o le patate dolci più arrostite. La ricetta la trovate qui. Anche qui faccio una piccola variazione: sostituisco il Vermont Maple Syrup con il MAINE Maple Syrup, mi sembra giusto no?

Per il cranberry-orange sauce uso invece la ricetta di Food Network, ma se ne trovano tante simili. Ovviamente non può mancare il gravy che devo preparare senza glutine, ma posso assicurare che non si sente la differenza con quello con il glutine. Per concludere la festa non deve mai mancare qualsiasi forma di pie, le nostre preferite sono apple pie e pecan pie, che ordino direttamente da una pasticceria gluten-free. Per dare un tocco italiano aggiungo anche un tiramisù con la ricetta di Montersino e concludiamo la festa con un tocco di dolcezza.

Nel 2019 invece abbiamo deciso di passare il weekend lungo di Thanksgiving a New York City solo noi 5. New York è una destinazione molto popolare per il Thanksgiving per via della famosissima Macy’s Parade e lo shopping di Black Friday, che di fatto inizia a mezzanotte. Un highlight del Black Friday è stato l’incontro finalmente dal vivo con altre italiane all’estero conosciute nello stesso gruppo di cucina italiana. Ci siamo trovate per colazione al Cafè Sant Ambroueus da Sotheby’s nell’Upper East Side. Purtroppo non avevamo molto tempo, ma la voglia di conoscerci era tanta e tra una chiacchierata e l’altra ci siamo gustati il cappuccino, i toast e le brioche come se fossimo state in Italia. Per completare la nostra permanenza newyorchese, siamo poi andati a vedere un musical a Broadway, di cui siamo appassionati.

E così, quasi un anno dopo, siamo nel 2020 e sappiamo benissimo come le cose sono andate… e stanno andando. A giugno, ci siamo appunto trasferiti dal Maine al Massachusetts. Casa nuova, vita nuova. Purtroppo, vista la situazione della pandemia non prevediamo né viaggi, né grandi feste. E pensare che il periodo di Thanksgiving è tra quelli con maggiore traffico aereo e stradale, perché molti americani si spostano per andare a trovare le proprie famiglie, lontane e vicine. Quest’anno non sarà cosi: i governatori dei vari stati stanno caldamente sconsigliando di non mettersi in viaggio out of State (fuori stato) e di evitare feste e assembramenti. Il CDC, center of disease control, ha rilasciato le linee guida per festeggiare il Thanksgiving in maggiore sicurezza, e le scuole e università e anche i datori dilavoro non fanno altro che ricordare le famiglie di comportarsi in modo responsabile per contenere la diffusione del virus. Credo che per quest’anno non ci rimane altro che rimanere nelle nostre rispettive case con i nostri cari, pensando a tutte le cose di cui essere grati in pieno spirito di questa festa.

Per chi sta negli Stati Uniti, come avete adottato il Thanksgiving come festa? Preferite ospitare, essere ospitati o viaggiare (ovviamente in tempi pre-pandemici)? Quest’anno come vi organizzate?

Vi auguro di passare un Happy Thanksgiving insieme ai vostri cari, in sicurezza e in salute, nella speranza che questo incubo abbia fine prima o poi.

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